L’EUROPA si sveglia TARDI E MALE | L’ITALIA una VERGOGNA


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Sono rimasto fermo davanti alla fotocamera per oltre trenta secondi prima di iniziare a parlare nel video relativo a questo articolo. Non per effetto scenico, ma perché davvero non trovavo le parole — o meglio, non trovavo aggettivi abbastanza forti per descrivere la situazione nella Striscia di Gaza. E, più in generale, in Medio Oriente.

Da ieri, l’Europa pare dare qualche segno di risveglio. Ma, come spesso accade, tardi, male e con una timidezza imbarazzante. E tra i Paesi che hanno scelto di girarsi dall’altra parte spicca, purtroppo, anche l’Italia. Una posizione che definire vergognosa è poco. Possiamo aggiungere anche “codarda”, se vogliamo essere precisi.

Il risveglio (debole) dell’Europa

Nella Commissione Affari Esteri è stata presentata una proposta dei Paesi Bassi per avviare la revisione dell’articolo 2 dell’accordo di cooperazione tra UE e Israele. L’articolo in questione stabilisce che le relazioni bilaterali devono basarsi sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Ma serviva il 2025 per accorgersi che forse qualcosa non quadra?

Nonostante la tragedia umanitaria in corso — con oltre 50.000 morti civili, 120.000 feriti e intere famiglie senza accesso a cibo, acqua, cure mediche e strutture sanitarie — si continua a “valutare” se Israele stia violando i diritti umani. Valutare. Come se ci fosse ancora qualcosa da chiarire.

Solo nei giorni scorsi sono entrati cinque camion di aiuti. Cinque (lunedì). Ieri, forse un centinaio. Il minimo sindacale per lavarsi la coscienza mentre si lascia morire una popolazione civile sotto le bombe o per fame. E intanto i bombardamenti continuano, giorno e notte, in scuole, ospedali, quartieri interi. Per quanto ci sia rimasto ancora da bombardare. Ma l’Europa, nonostante tutto, si limita a dire che “forse” serve una revisione.

Chi ha votato contro la revisione? Tra gli altri, l’Italia

Tra i Paesi che hanno votato contro questa (debole) proposta: Germania, Austria, Ungheria e… Italia. Sì, anche noi. Il nostro governo — quello che abbaia in patria ma scodinzola all’estero — ha votato contro un provvedimento che avrebbe almeno iniziato a mettere in discussione i rapporti con chi sta bombardando a tappeto civili indifesi.

E pensare che bastava poco. Non si chiedeva un embargo, non si parlava di tagli immediati, solo una valutazione formale dei rapporti. Nulla. Rifiutato.

Incoerenza, ipocrisia e doppia morale

Mentre con la Russia siamo arrivati al 17° pacchetto di sanzioni, con Israele non abbiamo sospeso nemmeno le forniture di armi. Anzi, in Commissione Difesa alla Camera, il nostro governo ha approvato l’acquisto di prodotti militari da aziende israeliane. Quindi niente burro russo, ma missili e componenti militari israeliani sì. Tutto normale, vero?

Ma la contraddizione non finisce qui. In Ucraina, almeno formalmente, è una guerra tra due eserciti. A Gaza, invece, è un esercito armato fino ai denti contro una popolazione inerme. Eppure, l’indignazione europea è a senso unico.

Meloni, Trump e il coraggio che non c’è

L’Italia, per bocca di Giorgia Meloni, ha preso timidamente le distanze dal fronte “guerra a oltranza” in Ucraina. Ma solo dopo che Trump ha fatto capire di voler trattare. Coraggio? No, opportunismo. E la prova sta proprio nella posizione assunta oggi su Gaza. Nessuna parola forte, nessuna iniziativa, nessun segnale di autonomia.

Meloni è andata a Washington per promettere più GNL, il 2% del PIL in spese militari, e per cosa? Perché forse, un giorno, Trump organizzerà un vertice a Roma. Come se fosse un premio di consolazione.

Israele attacca ovunque. L’Europa chiude gli occhi.

Nel frattempo Israele prepara raid contro le centrali nucleari iraniane (lo dice la CNN) e continua a bombardare Gaza. L’Agence France-Presse ha riportato 19 morti solo nell’ultima notte, la maggior parte bambini. Ma tranquilli, l’Europa discute ancora se sia un genocidio o no.

Solo la Spagna ha avuto coraggio

L’unico Paese europeo che ha preso una posizione chiara è stata la Spagna di Pedro Sánchez, che ha sospeso il commercio di armi con Israele. Il Regno Unito, con Starmer, ha annunciato il congelamento dei negoziati per un accordo di libero scambio. Poco? Sì, ma meglio che niente.

Nel frattempo, gli Stati Uniti si smarcano, almeno a parole. Trump, che ha appoggiato per anni Netanyahu, adesso dice di essere “frustrato” per quello che sta succedendo e chiede la liberazione degli ostaggi e l’inizio della ricostruzione. Non si intestano più la guerra. Se ne lavano le mani. Noi no, noi restiamo complici.

Conclusione

L’Italia oggi è una vergogna internazionale. Mentre il mondo assiste a una delle peggiori catastrofi umanitarie del nostro tempo, noi ci distinguiamo per codardia, opportunismo e complicità. Non una parola, non una sanzione, nemmeno un dubbio.

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Danilo Torresi