Direttiva Europea CASE GREEN ultime notizie e aggiornamenti dal Governo: l’Italia deciderà per sé


La Direttiva europea “Case Green” stabilisce obiettivi energetici per le abitazioni private degli Stati membri, da raggiungere entro il 2030. Tuttavia, per l’Italia, raggiungere questo obiettivo potrebbe essere difficile a causa della grande quantità di abitazioni in classi energetiche basse e la forza lavoro limitata. Il governo italiano sta cercando di adattare la direttiva al contesto italiano per preservare il patrimonio edilizio. La decisione finale spetterà agli Stati membri, che potranno escludere edifici storici o luoghi di culto, o presentare richieste specifiche per determinate categorie di edifici.

Nell’articolo di qualche giorno fa, ho introdotto la Direttiva Europea “Case Green” che intende stabilire degli obiettivi energetici che gli stati membri dovranno raggiungere entro il 2030 e nei successivi anni.

La Direttiva comprende un pacchetto di iniziative che riguarderanno diversi settori, tra i quali anche quello immobiliare privato. La tua casa.

In sostanza l’Europa chiede che le abitazioni private degli stati membri, vengano riqualificate per raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la D negli anni successivi. 

UN OBIETTIVO IRRAGGIUNGIBILE PER L’ITALIA
Per l’Italia però sarebbe impossibile. In Italia, secondo i dati di ENEA, sono 11 milioni le abitazioni nelle ultime tre classi energetiche (E, F e G) e dai dati estrapolati dall’esperienza Superbonus 2021, che è stato un ottimo esempio di interventi su vasta scala, con l’attuale forza lavoro del settore sarebbero riqualificabili al massimo 290.000 abitazioni all’anno. Conti alla mano significa oltre 30 anni di interventi. ANCE addirittura aveva stimato 630 di anni per arrivare al primo obiettivo.

IL BRACCIO DI FERRO DEL GOVERNO
Il Governo Italiano attraverso le dichiarazioni del Ministro per Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e PNNR Raffaele Fitto e Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sottolinea quanto il patrimonio immobiliare italiano sia antico, prezioso e fragile.

Il panorama italiano ha delle peculiarità che debbono essere mantenute e su molti edifici non è possibile intervenire con una riqualificazione importante senza stravolgerne l’aspetto e le caratteristiche.

Verranno fatti degli emendamenti ad hoc per adattare la direttiva al contesto italiano. Al fine di preservare il patrimonio edilizio con un valore storico, artistico e ambientale.

Inoltre, aggiungo io, ci sono tutte le difficoltà connesse alla frammentazione della proprietà che rallenta il processo decisionale. Ad esempio nei condomìni le tempistiche di avvio dei lavori presuppongono tempi importanti.

Secondo punto a sfavore di un intervento di massa entro un limitato arco temporale è la regolarità urbanistica degli edifici. In Italia è molto comune trovare difformità o abusi che bloccano gli interventi e le agevolazioni collegate ad essi. Serviranno contestualmente delle azioni normative che risolvano il problema in modo definitivo e chiaro.

LA DECISIONE SPETTA AGLI STATI MEMBRI
Arrivano però delle aperture dall’Europa. Dall’Europarlamento arrivano precisazioni sulla questione dell’ingerenza sui singoli Stati. 

A quanto pare non ci saranno direttive inflessibili, ma ciascuno Stato potrà decidere autonomamente come procedere. Ad esempio potranno decidere se escludere gli edifici di pregio storico e architettonico o i luoghi di culto. Ogni Stato potrà anche decidere se escludere le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno. Inoltre potranno essere presentate delle richieste specifiche motivate, per particolari ragioni economiche e per determinate categorie di edifici.

L’attuazione spetterà agli stati membri, anche attraverso un supporto finanziario adeguato per raggiungere gli obiettivi prefissati.

CONCLUSIONI
In conclusione, la Direttiva Europea “Case Green” mira a stabilire obiettivi energetici ambiziosi per gli stati membri entro il 2030. Tuttavia, per l’Italia, raggiungere questi obiettivi potrebbe essere difficile, a causa del grande numero di abitazioni nelle ultime tre classi energetiche, la frammentazione della proprietà, la regolarità urbanistica e la delicatezza del patrimonio immobiliare. Il governo italiano sta cercando di adattare la direttiva al contesto italiano, proteggendo il patrimonio edilizio di valore storico, artistico e ambientale.

L’Europa mostra delle aperture, lasciando agli stati membri la libertà di decidere autonomamente come procedere, compresa l’esclusione degli edifici di pregio o le seconde case. Alla fine, l’attuazione spetterà agli stati membri, con un adeguato supporto finanziario per raggiungere gli obiettivi prefissati.

FONTI:
Articolo precedente
IlSole24Ore

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Danilo Torresi

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