TERREMOTO IN TURCHIA: 5 motivi che bloccano il Sismabonus e l’Italia con la prevenzione antisismica


A seguito del terremoto in Turchia del 6 febbraio 2023, torna l’argomento sulla sicurezza degli edifici in Italia. Scopri la classificazione sismica in Italia e la situazione attuale della prevenzione antisismica. Approfondisci l’importanza di costruire edifici antisismici e le opportunità offerte dai bonus edilizi, come il Sismabonus. RPT elenca i 5 motivi che ne bloccano l’efficacia.

Le immagini del Terremoto in Turchia con i palazzi che vengono giù come castelli di carte, sono difficili da togliere dalla mente. Una catastrofe che già conta migliaia di vittime sotto le macerie dei fabbricati che hanno ceduto durante la sollecitazione del sisma.

Purtroppo eventi come i terremoti non sono prevedibili, e possono solo essere adottate delle misure d’emergenza dopo l’accadimento.

Prima invece una delle poche misure è costruire e consolidare gli edifici esistenti con criteri antisismici. 

Per quanto riguarda l’Italia, nei territori classificati a rischio sismico, ci sono già precise regole costruttive, almeno per quanto riguarda i nuovi edifici e le ristrutturazioni importanti.

Proprio su queste ultime un comunicato di RPT (Reti Professioni Tecniche), riportato anche dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, analizza lo stato attuale della prevenzione sismica sul territorio italiano.

LA CLASSIFICAZIONE SISMICA IN ITALIA
La maggior parte del territorio italiano è a rischio sismico, diviso in diverse zone da 1 a 4, con pericolo crescente (la 1 è la zona più pericolosa dove la probabilità che capiti un forte terremoto è alta, mentre la zona 4 è la zona meno pericolosa dove la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa).

Nel sito del Dipartimento della Protezione Civile puoi trovare tutte le informazioni in merito, compresa una mappa che a colpo d’occhio restituisce il territorio italiano e le varie zone distinte per colore.

LA PREVENZIONE SISMICA IN ITALIA
Torna di nuovo il tema della prevenzione sismica sul territorio nazionale, del quale purtroppo si sente parlare solo in occasione di eventi catastrofici. RPT sottolinea che il nostro Paese è costituito da un patrimonio, artistico, storico e culturale molto fragile. Aggiungo io che anche buona parte degli edifici costruiti nella seconda metà dello scorso secolo, presentano strutture progettate secondo standard insufficienti rispetto agli attuali, in molti casi con un alto livello di degrado, e che necessitano di interventi importanti.

RPT ricorda che nel 2012 è stato presentato al Governo dell’epoca il “Piano di prevenzione sismica” che “ad oggi non ha visto una significativa ed efficace attenzione da parte delle istituzioni. Col risultato che oltre 12 milioni di edifici in Italia restano a rischio sismico.

Un’opportunità sono i bonus edilizi – Bonus casa, Sismabonus, Superbonus – che però non hanno avuto il giusto rilievo. Infatti si è dato, e si dà ancora, molto più risalto alla riqualificazione energetica che non agli interventi antisismici. RPT afferma che “i bonus sismici hanno fatto registrare importi pari ad appena un decimo rispetto a quelli del Superbonus 110%, segno che la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio procede con estrema lentezza

Sull’opportunità fornita dai bonus edilizi per gli interventi antisismici c’è poco da discutere, ma ci sono cinque motivi secondo RPT (che condivido) che ne stanno rallentando l’efficacia.

I CINQUE MOTIVI CHE BLOCCANO IL SISMABONUS

  1. tempi troppo brevi: Gli interventi di ristrutturazione ed in particolare quelli antisismici necessitano di una programmazione nel lungo periodo, mentre gli incentivi troppo spesso hanno scadenza annuale o poco più, il che non permette di sfruttarli in modo efficace;
  2. incertezze normative: Troppo spesso le norme vengono modificate, corrette, se non stravolte – vedi il 2022 per quanto riguarda il Superbonus and co. – il che crea diffidenza in chi deve decidere di effettuare un intervento e mette in difficoltà i professionisti che lavorano nel campo dell’edilizia. Da tempo vengono richieste norme più chiare e “strutturali” nel lungo periodo;
  3. problematiche urbanistiche ed edilizie: La conformità del panorama degli immobili in Italia è un altro grande tema. Il tessuto è caratterizzato da tanti edifici con piccole o grandi difformità, talvolta insanabili, che pregiudicano l’applicazione dei bonus e l’intervento edilizio. Servirebbe una soluzione che superi e risolva la situazione. A mio parere l’esempio della CILAS non è da prendere in considerazione in quanto sembra più un “chiudere gli occhi” di fronte al problema, senza una reale soluzione;
  4. difficoltà nei condomìni: altro grande ostacolo all’applicazione estesa dei bonus per interventi antisismici è la difficoltà di intervenire a livello condominiale. La realtà condominiale è costituita da tante mircro-proprietà che rendono troppo lenta la fase decisionale di intervento. Con grosse difficoltà logistiche visto anche che in molti casi l’edificio è inabitabile durante i lavori.;
  5. l’interruzione degli incentivi: ultimo punto, che riprende la problematica di strutturare nel lungo periodo le agevolazioni, riguarda proprio l’interruzione improvvisa degli incentivi, che troppo spesso vengono prorogati all’ultimo momento, creando molte difficoltà nell’applicazione concreta ed efficace dei bonus che da una stima ad oggi sarebbero oltre 12 milioni gli edifici a rischio sismico.

CONCLUSIONI
In conclusione è necessario valorizzare gli interventi antisismici, attraverso una serie di bonus strutturati nel lungo periodo, con un sistema che incentivi (davvero) un intervento massivo sul panorama italiano degli edifici con un’alta vulnerabilità sismica.

Inoltre è necessario prevedere una soluzione che permetta anche a chi non ha disponibilità economiche, di poter accedere comunque ai bonus; se non sarà la cessione del credito per come l’abbiamo conosciuta, che venga studiata una soluzione alternativa efficace, al più presto.

Fonti:

Consiglio Nazionale degli Ingegneri – RPT

Dipartimento della Protezione Civile

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Danilo Torresi

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