Sblocco cessione del credito ultime notizie: RPT invia una serie di emendamenti al DL 11/2023


Presentati da RPT gli emendamenti al Decreto blocca cessione del credito – DL11/2023 – con le proposte di modifica atte a salvaguardare imprese, famiglie e professionisti. Nel frattempo si avvicina la scadenza del 31 marzo per la comunicazione telematica e serve soluzione urgente.


L’iter di conversione in legge del DL 11/2023 – decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 – che ha bloccato definitivamente la cessione del credito dal 17 febbraio in poi, è stato avviato. Il Governo ha promesso delle aperture dopo le audizioni con le varie parti del settore delle costruzioni, e nel frattempo arrivano le prime proposte concrete.

RPT, Reti Professioni Tecniche, ha presentato una serie di emendamenti volti a dare più tempo per la cessione del credito, allungare la scadenza delle unifamiliari, riaprire il mercato per i crediti incagliati e garantire ai professionisti di gestire il meccanismo attraverso gli enti previdenziali.

Al contempo però si avvicina la scadenza del 31 marzo 2023 per le comunicazioni telematiche delle spese 2022 e rate residue 2020, 2021, per la quale è necessaria una proroga (apparentemente non fattibile). È in corso la valutazione di un sistema alternativo che consentirebbe comunque di effettuare le comunicazioni prima della scadenza.

EMENDAMENTI PER LA CESSIONE DEL CREDITO (E NON SOLO)
Reti professioni tecniche ha inviato alla Camera una serie di emendamenti volti a modificare i contenuti del DL 11/2023 e per arginare le conseguenze.

 

  • Più tempo
    La prima modifica propone di spostare al 30 settembre 2023 la decorrenza del decreto, invece che al 17 febbraio, per dare modo di gestire le pratiche in ottica di un cambio normativo futuro con data certa. Contestualmente ha proposto l’obbligo di terminare i lavori entro il 31 settembre 2024.

 

  • IACP
    Per gli ex Istituti Autonomi delle Case Popolari è stato proposto di prendere in considerazione la data di “chiusura della procedura amministrativa con la “proposta di aggiudicazione” da parte della amministrazione aggiudicatrice”, invece che la CILAS o l’inizio lavori. Questo perché la formulazione attuale taglia fuori le aggiudicazioni certe di lavori che però non sono stati avviati o per i quali non è stata ancora presentata la pratica. Inoltre è stata chiesta la proroga al 31 dicembre 2025 e di rimodulare l’obbligo di SAL 60% al 30 giugno 2023 previsto dal quarto periodo del comma 8-bis, art. 119 del Decreto Rilancio.

 

  • unifamiliari
    Proposta anche la proroga per le unifamiliari al 30 giugno 2023 anziché al 31 marzo 2023, per quelle realtà che hanno maturato il diritto di applicare il 110% a seguito del raggiungimento di un SAL di almeno il 30% al 30 settembre 2022. Contestualmente è stata richiesta una salvaguardia per le pratiche presentate entro 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto, al fine sempre di poter accedere alla cessione del credito.

 

  • crediti incagliati
    Per sbloccare la cessione dei crediti incagliati RPT propone di ripristinare pro tempore, per i crediti maturati prima dell’entrata in vigore della norma, la libera cessione, così come era il meccanismo ante DL 4/2022.

 

  • professionisti
    Ultima proposta riguarda i tecnici, per i quali le modifiche puntano ad agevolare la cessione del credito attraverso le casse di previdenza e gli enti previdenziali dei vari ordini, in modo da garantire il meccanismo. RPT propone inoltre di estendere la garanzia SACE anche ai professionisti per sopperire ad eventuali esigenze di liquidità.

Queste sono le proposte avanzate dai tecnici per modificare il decreto 11 del 2022 in corso di conversione in legge, in modo da arginare i problemi in essere e quelli causati dal decreto stesso. Al contempo però c’è un ulteriore nodo da risolvere urgentemente, la scadenza del 31 marzo per le comunicazioni telematiche delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura.

LA SCADENZA DEL 31 MARZO PER LE COMUNICAZIONI
Con la conversione in legge del Decreto milleproroghe 2023 – LEGGE 24 febbraio 2023, n. 14 – nel comma 10-octies il termine per la comunicazione telematica delle opzioni alternative all’Agenzia delle Entrate, per le spese 2022 e le rate residue 2020-2021, è stato spostato dal 16 marzo al 31 marzo 2023.

Purtroppo il periodo limitato e la particolare situazione di blocco delle cessioni richiede più tempo. A tal proposito è in fase di valutazione da parte del Governo una soluzione che superi le difficoltà oggettive.

  1. è necessario superare la scadenza fissata al 31 marzo in quanto insufficiente vista la mole di crediti incagliati e non ceduti, ma non è possibile inserire una proroga nell’iter di conversione del DL 11/2023 per questioni di incompatibilità temporali. La conversione in legge non potrà arrivare prima di aprile.
  2. si parla di un ulteriore decreto che consentirebbe di superare il problema concedendo la possibilità di effettuare la comunicazione  anche senza aver finalizzato l’accordo di cessione. Contestualmente ed in modo tempestivo però dovrà essere modificato il modello ed il software dell’Agenzia delle Entrate, che al momento prevede obbligatoriamente il nominativo del cessionario.
  3. Come ultima chance c’è la “remissione in bonis” che permetterebbe di effettuare la comunicazione entro il 30 novembre, a fronte del pagamento di una sanzione di 250 euro. Però nella Circolare 33/E del 2022 il meccanismo prevede che le condizioni essenziali siano state maturate prima della scadenza (31 marzo), il che limiterebbe di molto il suo utilizzo:
    1. sussistano tutti i requisiti sostanziali per usufruire della detrazione di imposta relativa alle spese dell’anno di riferimento;
    2. i contribuenti abbiano tenuto un comportamento coerente con l’esercizio dell’opzione, in particolare, nelle ipotesi in cui tale esercizio risulti da un accordo o da una fattura precedenti al termine di scadenza per l’invio della comunicazione”.

CONCLUSIONI
Urgono modifiche concrete per risolvere i problemi causati dal DL 11/2023. Servono modifiche che consentano ad imprese e famiglie di cedere i crediti 2022 e antecedenti per evitare fallimenti e consentire il completamento dei lavori. Serve più tempo per poter effettuare le comunicazioni del credito 2020, 2021 e 2022 perché al 31 marzo mancano poco più di 20 giorni.

Come troppo spesso è accaduto negli ultimi anni, restiamo in attesa modifiche fatte con affanno per problemi che potevano essere evitati anche senza “senno del poi”.

Fonti:
RPT Reti Professioni Tecniche
IlSole24Ore
Circolare 33/E del 2022

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grazie

Danilo Torresi

4 commenti su “Sblocco cessione del credito ultime notizie: RPT invia una serie di emendamenti al DL 11/2023”

  1. Chi deve oggi sostituire gli infissi vecchi in legno con nuovi in PVC per risparmio energetico in zona montana (climatica E), può accedere ancora a sconto in fattura
    o può semplicemente (se ha possibilità di irpef lorda annuale) avere rimborso del 50% o del 65% (con pratica Enea!) nei dieci anni prossimi (compreso iva?). Grazie…

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  2. Speriamo che le proposte legittime siano accolte,e con la posticipazione dei termini e lo sblocco dei crediti torni a splendere il sole su di noi.

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