SUPERBONUS 110 unifamiliari e condomìni 2023 ultime notizie: la frenata non è ancora iniziata


Scopri le ultime notizie sul Superbonus 110 per le unifamiliari. Il decreto aiuti quater ha ridotto la percentuale del Superbonus al 90% per unifamiliari, condomini ed edifici di unica proprietà composti da 2 a 4 unità. Ci aspettiamo una frenata nel 2023 a causa di diverse ragioni, tra cui il blocco della cessione del credito, incertezza normativa e la riduzione dal 110% al 90%. Scopri i motivi dettagliati nell’articolo.


Nel 2023 siamo entrati in un nuova micro-era del Superbonus, nella quale dobbiamo ancora capire come muoverci.

Il decreto aiuti quater ha ridotto la percentuale delle unifamiliari al 90% introducendo tre condizioni limitanti per l’accesso al Superbonus.

Anche condomìni ed edifici di unica proprietà composti da due a quattro unità, hanno subìto la stessa riduzione di percentuale, con alcune eccezioni contenute nel comma 894 della legge di bilancio 2023.

A onor del vero, anche per le unifamiliari c’è l’eccezione che permetterà di agevolare le spese al 110% fino al 31 marzo 2023, ma vale solo per i lavori già avviati e non ci sarà possibilità di passare al 90% dopo la scadenza.

Per questi e diversi altri motivi, quasi tutti i protagonisti del settore edilizio si aspettano una brusca frenata nel 2023. Anche io prevedo questo scenario se nulla cambierà, ma non sono totalmente d’accordo con alcune recenti analisi che leggono già una frenata a gennaio nei report ENEA sul Superbonus.

I MOTIVI DELLA FRENATA
Il rallentamento del numero di interventi edilizi, ed in particolare quelli agevolati col Superbonus, è previsto a causa di diversi fattori che ti descrivo di seguito.

  1. Blocco della cessione del credito: quali che siano i motivi che non permettono la ripartenza della cessione del credito, è oggettivo che il blocco è arrivato a seguito degli interventi normativi del 2022, che hanno prima causato, e poi cercato di risolvere senza successo, il danno. La cessione del credito (insieme allo sconto in fattura) era il motore dei bonus edilizi, e del Superbonus, perché dava modo anche a chi non aveva capacità economica o capienza IRPEF, di eseguire i lavori sul proprio immobile;
  2. Incertezza normativa: La norma del Superbonus col Decreto Rilancio del 2020 è stata pubblicata in fretta e con molta probabilità era acerba nell’innovazione che ha portato, così nel corso dei mesi successivi sono state necessarie interpretazioni e interventi normativi correttivi che hanno causato spesso confusione sull’applicazione pratica del bonus. Nel 2022 poi, i serrati interventi normativi terminati (per ora) con la conversione in legge del decreto aiuti quater ad inizio 2023, hanno incrementato l’alone di confusione ed incertezza sulla normativa dei bonus edilizi;
  3. La riduzione dal 110% al 90%: degli interventi normativi, il decreto aiuti quater ha ridotto l’aliquota del Superbonus, passando dal 110% al 90% per il 2023, modifica che a mio parere, ancorché dovuta per un’oggettiva insostenibilità nel lungo periodo del 110, ha spazzato via gli ultimi residui di coloro che si erano avvicinati alle ristrutturazioni col Superbonus per l’illusione del “tutto gratis”. Come ho detto spesso nei miei contenuti, il 90% è una percentuale più che ottima, ma il 110% ha avuto il pregio di attirare la massa al mondo dell’edilizia e dei bonus connessi. Mi sono sempre stupito di quanti non fossero a conoscenza nemmeno del bonus casa 50%. Comunque la riduzione di aliquota riduce l’appeal per molti e di conseguenza diminuirà il numero di chi deciderà di effettuare i lavori;
  4. Unifamiliari al 90% condizioni stringenti: in questa riduzione d’aliquota chi ne esce peggio sono le unifamiliari, che subiscono una normativa molto più stringente rispetto ai condomini e agli edifici di unica proprietà composti da 2 a 4 unità. Innanzitutto il Superbonus è previsto fino al 31 dicembre 2023 e non arriverà al 2025, ma soprattutto le tre condizioni di accesso (1. il contribuente deve essere proprietario o titolare di diritto reale di godimento, 2. l’immobile deve essere abitazione principale del contribuente, 3. il contribuente deve avere un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro), restringono significativamente il numero di quanti potranno effettivamente accedere. Ancorché abbiano intenzione o la possibilità di farlo; 
  5. Sfiducia nel settore: l’ultimo dei punti che a mio parere comporterà una drastica riduzione degli interventi edilizi nel prossimo futuro, è la sfiducia generale nel settore dell’edilizia e dei bonus connessi ad essa. La narrativa è repentinamente mutata nel corso del 2022, passando dall’idea generale che il Superbonus fosse l’occasione migliore da non farsi scappare, al male assoluto dal quale tenersi a distanza. Molte persone con cui parlo e che non sono del settore delle costruzioni, hanno l’idea che oramai sia tutto una truffa o nel migliore dei casi, un rischio così eccessivo che non vale la candela.

Questi, e probabilmente anche altri che non ho analizzato, sono i motivi che determineranno, se nulla cambierà da qui in avanti a livello normativo, un drastico calo degli interventi; che però ad oggi non stiamo ancora vedendo.

LA FRENATA È GIÀ INIZIATA?
Recenti pubblicazioni, a seguito dell’ultimo report mensile dell’ENEA sul Superbonus, sottolineano che gennaio stia già scontando il calo dovuto alla situazione che ti ho poc’anzi descritto.

Il fulcro principale dell’analisi ruota intorno alla media dell’investimento mensile degli ultimi anni rispetto a quello di gennaio 2023. 

Se prendiamo il 2022, la media mensile resta poco sotto i 3,9 miliardi di euro, mentre se prendiamo l’intero periodo dal 2020 sfiorerebbe i 3 miliardi di euro al mese – almeno da quanto riportato negli articoli pubblicati. Da un mio calcolo molto basilare, dividendo i 65 miliardi di euro maturati al 31 gennaio 2023 per il numero di mesi da quando il Superbonus è attivo (31 mesi), il risultato supera di poco i 2 miliardi di euro.

Comunque sia i 2,7 miliardi di gennaio 2023 sono stati letti come il risultato del calo degli interventi, dovuto ai problemi normativi ed ai cambiamenti fatti al Superbonus.

IL CALO DEVE ANCORA ARRIVARE
Sono d’accordo che la situazione che si è evoluta (o involuta) fino ad ora determinerà una drastica riduzione dei lavori, ma gli effetti non sono ancora arrivati.

A mio parere i 2,7 miliardi di investimenti ammessi al Superbonus per gennaio 2023, vanno confrontati con lo stesso periodo dell’anno precedente, gennaio 2022. Confrontare un singolo dato mensile, con una media del lungo periodo non è significativo di un cambio di trend, che invece potrebbe essere solo un’oscillazione perfettamente allineata nel lungo periodo.

Infatti se confrontiamo gli investimenti di gennaio 2023 con quelli di gennaio 2022 abbiamo 2,7 miliardi di oggi contro 2,1 miliardi di un anno fa.

Gennaio 2022 era nel pieno dello splendore del Superbonus, anche dopo il decreto antifrodi che nel novembre precedente aveva esteso gli adempimenti del 110% agli altri bonus.

A gennaio 2022 si arrivava dopo un “esplosivo” 2021 e nessuno poteva immaginare il blocco delle cessioni e tutto quanto sarebbe capitato nei mesi successivi.

Questo a mio parere rende il confronto dei due dati ancora più significativo.

I lavori edilizi hanno bisogno di un periodo iniziale di avvio che non è istantaneo e talvolta necessita di mesi o anni prima di concretizzare l’inizio di un cantiere. 

Ciò che abbiamo passato nel 2021 era un volàno avviato che, nonostante tutto quello che è successo, era a pieno regime a gennaio 2022 e sta ancora girando ad inizio 2023.

Inoltre è importante sottolineare che i dati ENEA si riferiscono ai soli interventi di efficientamento energetico, tralasciando completamente quelli antisismici del Superbonus. Del resto sono i soli che abbiamo e sui quali possiamo ragionare.

CONCLUSIONI
Dopo la lettura dei dati ENEA sono arrivato alla conclusione che siamo ancora sull’onda lunga dei lavori, che nonostante i cambiamenti normativi e gli oggettivi problemi, sono stati avviati e sono in corso d’opera.

Sono convinto che l’attuale situazione determinerà un brusco calo degli interventi, ma che ancora non lo stiamo vedendo. Azzardo una valutazione del tutto soggettiva: se nulla cambierà, i primi effetti li vedremo tra la seconda metà del 2023 e l’inizio del 2024.

Auspico però che la situazione venga risolta quanto prima, sia per coloro che hanno subìto dei danni economici e si sono ritrovati con cantieri sospesi e crediti bloccati, sia per evitare che il volàno si fermi.

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Danilo Torresi

1 commento su “SUPERBONUS 110 unifamiliari e condomìni 2023 ultime notizie: la frenata non è ancora iniziata”

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