Superbonus 110 e sblocco cessione del credito ultime notizie: le modifiche 2023 non funzionano


In questo articolo esamino il problema del blocco del mercato dei crediti e della cessione del credito Superbonus, nonostante gli sforzi normativi degli ultimi mesi. Le modifiche 2022, tra cui la riduzione della responsabilità solidale e la possibilità di cedere a correntisti con partita IVA, non hanno sortito gli effetti sperati e il mercato delle cessioni rimane bloccato. Le ultime normative, come il Decreto Aiuti Quater, non hanno portato risultati significativi, lasciando una situazione incerta per le imprese e i proprietari coinvolti.

In questo articolo torno sull’argomento Superbonus e sblocco cessione del credito. Non si vedono ancora effetti concreti ai tentativi (blandi) di risoluzione dei problemi legati ai bonus edilizi, al blocco del mercato dei crediti e della chiusura delle banche.

Mentre sto scrivendo siamo in piena fase di stallo, che si protrae da mesi e che ha messo nei guai tante imprese e proprietari che hanno visto, nei casi peggiori, sfumare i risparmi di una vita con i cantieri nemmeno completati.

Lo stato attuale ha creato e purtroppo genererà tante situazioni di disagio se nulla di concreto sarà fatto per risolvere questa situazione, che è diventata insostenibile per troppi.

Da gennaio 2022 ad oggi, gli interventi normativi sono stati molteplici. Alcuni hanno creato il baratro, altri hanno cercato di risolverlo, insieme comunque hanno generato una situazione incerta che non aiuta né chi è in corso d’opera, né chi è (o era) in procinto di iniziare.

Col rischio di mancarne qualcuna, ti elenco le norme che sono intervenute solo negli ultimi mesi:

  • DECRETO-LEGGE 27 gennaio 2022, n. 4 sostegni-ter – convertito in LEGGE 28 marzo 2022, n. 25;
  • DECRETO-LEGGE 25 febbraio 2022, n. 13 (correttivo al DL 4/2022) ABROGATO;
  • DECRETO-LEGGE 1 marzo 2022, n. 17 – convertito in LEGGE 27 aprile 2022, n. 34 ;
  • DECRETO-LEGGE 17 maggio 2022, n. 50  (Decreto Aiuti) – convertito in LEGGE 15 luglio 2022, n. 91;
  • LEGGE 20 maggio 2022, n. 51;
  • LEGGE 4 agosto 2022, n. 122;
  • LEGGE 21 settembre 2022, n. 142 (aiuti bis);
  • DECRETO-LEGGE 18 novembre 2022, n. 176 convertito nella LEGGE 13 gennaio 2023, n. 6;
  • LEGGE 29 dicembre 2022, n. 197 (bilancio 2023).

LE MODIFICHE CHE NON STANNO FUNZIONANDO
il numero delle modifiche tenderebbe a lasciar credere che il problema sia stato risolto. Alcune di esse hanno avuto timidi effetti, altre invece non pervenute.

La riduzione della responsabilità solidale per i cessionari che avrebbe dovuto togliere le castagne dal fuoco alle banche, nonostante la buona volontà dell’Agenzia delle Entrate che ha pubblicato ben due chiarimenti in due circolari distinte, la 33 del 2022 e 23 sempre del 2022, non ha sortito gli effetti desiderati.

Neanche l’introduzione della possibilità, sempre per le banche, di cedere in qualsiasi momento a correntisti con partita IVA ha smosso il mercato.

Dopo un anno dall’inizio della raffica di modifiche, anche le ultime arrivate col decreto aiuti quater non hanno avuto una sorte migliore. La possibilità ai cessionari di spalmare in dieci anni anziché in quattro i crediti comunicati al 31 ottobre 2022, i prestiti garantiti dallo Stato per sbloccare i crediti Superbonus in pancia alle imprese, il terzo anello nella catena di passaggi del credito a “soggetti vigilati”, finora non hanno portato risultati apprezzabili su larga scala.

Lo stato attuale è lo stesso di qualche mese fa, le banche hanno chiuso i rubinetti e non accettano nuove cessioni e di conseguenza è bloccato anche il meccanismo di sconto in fattura che viene applicato sempre meno dai fornitori.

Come ho detto tante volte durante le mie dirette nel Canale YouTube, le ultime modifiche sono di così scarsa rilevanza, che non ci sono motivazioni diverse da quelle di qualche mese fa, che possano giustificare una riapertura oggi. Se ad oggi, senza valido motivo, le banche dovessero riaprire, vorrebbe dire che avrebbero potuto farlo anche cinque mesi fa, il che significherebbe solo una scelta consapevole di non farlo. Per quale motivo? Scrivilo nei commenti. 

L’unico risultato ad oggi consiste nell’abbassamento progressivo dell’offerta generale, con percentuali insostenibili per le imprese.

I CHIARIMENTI CHE NON ARRIVANO
In tutto questo l’Agenzia delle Entrate sembra aver rallentato bruscamente la quantità di chiarimenti pubblicati. Ora, ad inizio 2023, più che in altri periodi sarebbe necessario che alcuni chiarimenti arrivassero tempestivamente. 

Mentre sto scrivendo è il 13 febbraio e per alcuni di essi è già passato troppo, visti anche i tempi di avvio di un progetto e di durata di un cantiere edilizio.

  1. Il quoziente familiare e il reddito di riferimento di 15.000 euro per le unifamiliari con interventi Superbonus 90% nel 2023, come si calcola correttamente per evitare errori?
  2. Sempre per il Superbonus sulle unifamiliari 2023, quando deve sussistere il requisito di abitazione principale? Prima dei lavori? Prima e durante? Prima durante e dopo? Ed eventualmente per quanto tempo va mantenuto?
  3. Visto che i lavori dovranno essere avviati dal 01 gennaio 2023 in poi, sempre sulle unifamiliari 90%, le pratiche CILAS presentate nel 2022 o i titoli rilasciati nel 2022 sono ostativi?
  4. Invece per le unifamiliari che potranno applicare il Superbonus al 110% fino al 31 marzo 2023, sarà fattibile e come la transizione ai bonus ordinari?
  5. In ultimo, l’obbligo di attestazione SOA per i lavori sopra i 516.000 euro, in vigore dal 01 gennaio, ma anche da prima per gli incarichi dal 21 maggio 2022 in poi, come deve essere applicato? Quale importo va considerato? Quello dell’incarico? Quello del cantiere? ecc.

Con molta probabilità ci sono anche altri chiarimenti che mi verranno in mente dopo che avrò pubblicato l’articolo. Li aggiungerò in coda all’elenco.

L’EUROPA NON AIUTA
L’Europa da parte sua non aiuta a conciliare una risoluzione dei problemi legati al blocco degli interventi edilizi agevolati.

Da una parte la Direttiva Europea “Case Green” in corso di approvazione, obbligherà gli stati membri ad un’accelerazione dell’efficientamento energetico degli edifici residenziali privati entro il 2030. Per ora l’unico effetto tangibile è che il Governo Meloni si è arroccato dietro alla peculiarità del patrimonio edilizio italiano. Per carità tutto vero, ma non ci sono solo edifici storici in Italia e comunque la Direttiva sembra lasciare ampi spazi di manovra alle eccezioni.

Dall’altra c’è Eurostat che ha pubblicato l’analisi sulla cessione dei crediti derivanti da bonus edilizi, considerandoli, nel caso peggiore, come un debito pubblico per le casse dello stato. Da considerare come passività sin dall’inizio e nella totalità.

Da quel che ho potuto comprendere, non essendo esperto di finanza pubblica, sarebbe un’interpretazione estremamente negativa per il bilancio dello Stato.

L’analisi dell’Eurostat arriva dopo quasi due anni, in maniera preoccupantemente tempestiva, a giustificare le (non) azioni dell’attuale Governo che già non aveva alcuna intenzione di risolvere il blocco della cessione del credito, che lo ritiene un’opzione e non un diritto.

REGIONI E PROVINCE – UNA NUOVA SPERANZA
Appare all’orizzonte una potenziale soluzione, la cessione dei crediti a Regioni ed enti locali.

Alcune Regioni si stanno attivando per studiare una modalità che permetta loro di accettare i crediti dei bonus da banche e privati. Un’ottima occasione per acquistare a sconto un credito che potranno utilizzare per compensare i debiti fiscali.

Non sappiamo ancora se sarà la soluzione che risolverà il problema del blocco del mercato dei crediti, ma è comunque un passo in avanti rispetto allo stallo che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

Fonti: 

IlSole24Ore
Articolo 1 Direttiva Europea Case Green
Articolo 2 Direttiva Europea Case Green
Articolo cessione del credito alle Regioni

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grazie

Danilo Torresi

5 commenti su “Superbonus 110 e sblocco cessione del credito ultime notizie: le modifiche 2023 non funzionano”

  1. Applicare norme con retroattività è sintomo di inciviltà, nessun paese civile emana leggi che hanno valenza retroattiva. Vergogna! E poi ci lamentiamo che all’estero ci giudicano inaffidabili, hanno pienamente ragione.

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  2. A fine 2022 il neo ministro dell’economia Giorgetti in conferenza stampa dice sostanzialmente che la cessione del credito SB110% non è garantita. E’ una balla, siccome più che “nn garantita” la cessione è pressoché impossibile. “Nn garantito” fa pensare che comunque si ha la possibilità, seppure nn certa, di cedere il credito. Oggi chiaramente nn c’è modo di cedere il credito!
    Inoltre le avvisaglie e i “bastoni fra le ruote”, se proprio si devono mettere, dovrebbero valere per coloro che ancora devono partire col progetto SB110% e quindi possono decidere di nn avventurarcisi, e non per coloro che sono a già a metà del guado e che aspettano la zattera altrimenti annegherebbero, loro e le loro famiglie!

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  3. Perché non di concede a coloro che vogliono portare in detrazione su dichiarazione dei redditi un tempo superiore a quello ora previsto ? Soluzione semplice. Se invece di 4 anni io avessi a disposizione una scelta di 5-10 anni porterei in detrazione personale senza ricorrere alla cessione. Anche il 100% anziché 110%.

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  4. >Se ad oggi, senza valido motivo, le banche dovessero riaprire, vorrebbe dire che avrebbero >potuto farlo anche cinque mesi fa, il che significherebbe solo una scelta consapevole di non >farlo. Per quale motivo? Scrivilo nei commenti.

    Se fai mancare l’acqua a chi si avventura nel deserto poi puoi vendergli una bottiglietta da 1/2 litro a 1000,00 €
    Le banche, da sempre, vendono denaro che deve sempre essere una risorsa scarsa da pagare con lauti interessi

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